I Popup sono delle finestre che appaiono sulla pagina dei siti web mentre gli utenti stanno navigando e sono una forma di pubblicità, generalmente utilizzata per generare “lead“, ovvero acquisire informazioni di persone potenzialmente interessate al servizio o prodotto proposto. Ma come vedremo, può servire anche per altri scopi.
Come funzionano i Popup
Il primo popup è apparso nel lontano 1997. Principalmente venivano utilizzati per attirare l’attenzione su un singolo prodotto o servizio sotto forma di pubblicità che appariva su altri siti. Col passare del tempo, i popup sono stati utilizzati per generare lead (come detto sopra) o per cercare di impedire agli utenti di chiudere il sito, attraverso proposte interessanti.
Ad oggi, l’efficacia dei popup viene messa in discussione in quanto trattasi di elementi disturbanti per gli utenti che magari sono concentrati a leggere qualcosa. Non a caso, sono nate numerose estensioni per i browser che ne impediscono l’apertura, come adblock.
Motivo per il quale oggi ci si chiede se sia ancora il caso di utilizzarli o meno.
Utilizzo comune dei Popup
Come detto i popup possono essere utilizzati a vari scopi:
- proporre l’iscrizione ad una newsletter
- sottoscrivere un abbonamento
- proporre un’offerta speciale
- convincere l’utente a non abbandonare il sito
- richiedere una donazione
- proporre un coupon di sconto
- eccetera
I Popup che falliscono nel loro scopo
Ogni tipologia di popup crea vantaggi e svantaggi al professionista del marketing che li propone.
Lo svantaggio più comune è quello di infastidire gli utenti e non è raro, nel caso di popup che non danno possibilità di chiusura, che questi decidano di abbandonare il sito piuttosto che eseguire l’azione proposta per poter completare la lettura.
Dall’altra parte, quella dell’utente, si stima un tasso di chiusura del popup senza effettuare nessuna azione, ben superiore al 70%, nonché l’adozione di meccanismi bloccanti che sfiorano il 50% delle persone.
Generalmente i popup sono odiati da chi naviga su internet ed è per questo che se si decide di servirsene, affinché siano efficaci, è necessario fare attenzione a diverse cose. Vediamole.
Evitare popup che richiedano troppi campi da compilare
La necessità dei marketer è quella di acquisire quante più informazioni possibili sugli utenti, per poter poi calibrare la loro campagna pubblicitaria. Ma se già un popup può creare fastidi ad un utente mediamente interessato a ciò che si propone, il dover perdere tempo a compilare molti campi spegne quasi sempre ogni speranza di raggiungere lo scopo.
Per questo è consigliabile ridurli al minimo (esempio: nome e email). Dopodiché, una volta acquisite queste info, si potrà proseguire con un funnel per profilare maggiormente gli utenti e portarli a concretizzare un acquisto.
Fare attenzione al tempismo dei popup
Il tempismo con cui un popup appare è fondamentale per ottenere il maggior numero possibile dei lead. Un popup che si apre dopo pochi secondi, o addirittura all’apertura del sito, sarà probabilmente ignorato perché l’utente non ha avuto modo di vedere e apprezzare i prodotti o i servizi proposti.
Se invece gli si da il tempo di maturare l’interesse, l’ingresso di un popup che gli propone un vantaggio in cambio dei suoi dati, avrà maggior possibilità di successo.
Il tempismo è fondamentale. Dopo quanto farlo apparire? Sicuramente non prima di 30 secondi. Paradossalmente, più tempo l’utente passa sul tuo sito, più il popup avrà possibilità di successo. Personalmente ritengo che 60 secondi siano il tempo più giusto nella maggior parte dei casi. L’utente non interessato se ne va subito. Chi rimane per un minuto (un tempo molto alto nel web), significa che ha trovato qualcosa di interessante ed è più propenso a interagire.
Offri un vantaggio irrinunciabile
Se navigo un sito di abbigliamento e trovo una maglietta che mi piace, un popup nel momento giusto che mi propone uno sconto lo compilo volentieri. È un vantaggio per me. Se sono sul sito di un ristorante (a proposito se sei un ristoratore ti consiglio di dare un’occhiata a questi corsi di marketing per la ristorazione) e mentre navigo il menu mi si offre un coupon di sconto, probabilmente ne approfitterò.
Se uniamo correttamente tempismo e vantaggio, ecco che il nostro popup inizierà a funzionare.

Questo popup propone un coupon di sconto del 50% in occasione del natale
Grafica gradevole e non eccessiva
Anche la grafica fa la sua parte. Ad oggi, un popup spartano, magari con delle lettere lampeggianti, o con colori che male si sposano con il resto del sito, mentalmente verrà recepito in maniera negativa. Al contrario, un popup con una grafica ben armonizzata con il resto del sito, sfruttando magari anche un po’ di neuromarketing nella scelta dei colori, avrà maggiori possibilità di essere percepito in maniera positiva (approfondisci il neuromarketing qui).
Non sparare popup come se non ci fosse un domani
Tante volte sono capitato su siti che a ogni pagina che cambiavo, mi riappariva lo stesso popup. L’effetto finale è stato chiudere il sito alla terza pagina navigata (quando mi interessava quello che stavo leggendo). Ecco, non fare questo errore. Un popup con il giusto tempismo, ben disegnato e con un vantaggio per l’utente basta e avanza. Nel 99% dei casi, se l’utente non ha interagito la prima volta, non lo farà nemmeno la terza.
Fa eccezione a questa regola il popup utilizzato quando l’utente sta per chiudere il sito. Quell’ultimo tentativo, magari con una proposta di vantaggio ancor maggiore, potrebbe funzionare.
Consenti agli utenti di chiudere i tuoi popup
Una delle cose più odiose che possa accadere mentre navighi, è vedersi comparire un popup e non avere la possibilità di chiuderlo a meno che non si faccia l’azione desiderata dal marketer del sito. Pensi che questa tecnica porti risultati? Nemmeno per sogno. Il risultato sarà quello di indispettire gli utenti e non vederli tornare più.
Curiosità sui popup
I Popup nacquero nel 1997 da un’idea e per mano di Ethan Zuckerman (in foto).
L’invenzione fu una reazione allo scontento di un cliente, concessionario di auto che aveva visto apparire la propria pubblicità su un sito “poco ortodosso” (a sfondo sessuale). La soluzione ideata fu staccare la pubblicità dalle pagine dei siti e fu così che venne creato il popup.
Conclusioni
Anche se oggi gli utenti tendono a rifuggire dai popup, arrivando ad installare estensioni sul borwser che ne impediscono il caricamento, possono invece ancora funzionare, evitando gli errori di cui abbiamo appena parlato e progettando il giusto mix composto da tempismo, vantaggio e grafica. Noi che ci occupiamo di siti internet a Roma quotidianamente, abbiamo avuto modo di sperimentare diverse combinazioni, alcune delle quali si sono dimostrate efficaci. Certo è che questa efficacia rispetto a qualche tempo fa si è ridotta a causa del bombardamento a cui sono stati sottoposti nel tempo gli utenti che oggi vedono i popup come qualcosa di fastidioso. Rinunciare ai popup quindi non è un’idea sbagliata ma significa anche rinunciare a una tecnica che potrebbe invece portarvi utenti profilati e vendite. Se proposti nel giusto modo il consiglio che do è quello di provare con qualche test e misurare i risultati.
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