Se avete letto l’articolo “Come scegliere l’agenzia SEO“, vi sarete sicuramente imbattuti nella sezione che parla dei link. Cosa sono e perché servono quando si fa SEO?
Contenuti di questo articolo
Cosa sono i link
Link è il termine inglese che sta per collegamento. Nel web in particolare, i link sono dei collegamenti tra un sito e l’altro, oppure che collegano due pagine dello stesso sito. Ti è mai capitato di stare su un sito e di trovare una parola o una frase cliccabile all’interno del testo? Se ci hai cliccato sarai andato sicuramente su un’altra pagina dello stesso sito o direttamente su un altro sito. Ecco… quello è un link.
Ma perché sono così importanti? Per spiegartelo devo andare un pochino più sul tecnico ma non ti preoccupare: mi farò capire.
Google e i Link
Google, per stilare la classifica di ricerca per ogni frase digitata dagli utenti, si affida a dei “segnali”. Questi segnali, sono conosciuti come “fattori di ranking“. Più fattori un sito soddisfa per determinati cluster di argomenti, maggiore sarà la fiducia che Google ripone in lui.
Avere la piena fiducia di Google per un determinato argomento trattato sul sito, o meglio, essere considerati più degni di fiducia rispetto ad altri siti, si tramuta nell’essere presente nella classifica di ricerca in una posizione ben evidente (la prima pagina).
Ad oggi, i link sono uno dei tre segnali principali tenuti in considerazione da Google per determinare la sua classifica di ricerca (in gergo tecnico: SERP).
Ma andiamo ancor più nello specifico per aiutarti a comprendere il motivo per il quale dovresti cercare di guadagnarti dei link al sito e utilizzare questa tecnica anche per collegare le tue pagine interne.
L’utilità dei link per Google
Perché Google considera tanto importanti i link?
Come saprai, Google è un motore di ricerca che scansiona in lungo e in largo tutto ciò che è presente sul web ed è sempre “affamato” di nuovi contenuti da memorizzare nel suo indice.
Quando Google scansiona un sito con il suo “spider” (Googlebot), acquisisce delle informazioni, cerca di capire di cosa parlino i contenuti delle pagine per catalogarle correttamente (indicizzazione). Ti dico subito che se una pagina non gli piace non la indicizza per niente. Quando si impunta così, nessuno la troverà mai con la ricerca, a meno che non riesci a fargli cambiare idea.
Una volta indicizzate le pagine, deve cercare di capire quali sono i contenuti che meritano di stare prima e quelli che devono comparire dopo, per ogni singola intenzione di ricerca (chiamale keywords se vuoi).
Immagina che lavoro mastodontico deve fare: setacciare il web, scansionare pagine in tutte le lingue, catalogare i contenuti per argomento, assegnare ad ogni parola la posizione sulla sua classifica di ricerca e fare la stessa cosa con le frasi che possono contenerla, affinché tu, quando ti serve, possa trovare tutte le informazioni desiderate.
E a dire il vero è anche molto bravo a farlo.
Ma a parità di valutazione del contenuto (che non comprende come faremmo noi, semplicemente leggendolo, ma attraverso un complesso algoritmo), come fa a decidere quale sito deve stare prima e quale dopo? Utilizzando i segnali.
I Link come segnali per Google
Quando la competizione tra più siti, per aggiudicarsi le prime posizioni su Google diventa elevata, Google si affida ai segnali per determinare la SERP. Come detto prima, i link esterni sono tra i segnali più considerati.
Google fa un ragionamento semplice semplice (all’apparenza).
Immagina un sito A e un sito B; entrambi pubblicano delle ricette.
La ricetta della sbrisolona presente sul sito A viene linkata (quindi menzionata e ritenuta una buona ricetta) da 10 siti web esterni.
La stessa ricetta, nel sito B, viene linkata da 50 siti web esterni.
Secondo te, Google, quale deciderà di eleggere come sito che ha pubblicato la ricetta migliore? Ovviamente il sito B.
Tengo a precisare che l’ho molto semplificata. Non è tutto esattamente così semplice e così scontato. Ma mi serviva utilizzare un esempio chiaro e semplice.
Acquisire dei link è un’attività molto dispendiosa in termini di tempo. Richiede di fare pubbliche relazioni sul web, per farsi conoscere e apprezzare da chi poi deciderà di linkare il nostro sito. Ovvio che esistono anche delle scorciatoie per portarsi a casa qualche buon link (di cui non parlerò in questo articolo per ragioni di tempo), ma le scorciatoie richiedono esperienza, attenzione e denaro.
L’attività di acquisizione dei link si chiama “Link Building“.
Che effetto hanno i link sul sito?
Immagina di dover riempire un grande secchio con delle tazzine da caffé.
Il secchio è il tuo sito. Le tazzine da caffé sono i segnali a cui Google fa attenzione.
Spieghiamolo bene.
Google tende a mostrare nelle prime posizioni le pagine dei sti più autorevoli per un determinato argomento (quelli per i quali ha catturato più segnali positivi).
Ad esempio, il nostro sito è in prima posizione su Google con la frase chiave “realizzazione siti web per ristoranti“. Ma se scrivo solo “realizzazione siti web Roma“, che è la zona in cui risiediamo, siamo un po’ più indietro, verso la fine della prima pagina.
Semplificando molto per far comprendere il concetto, significa che Google ci considera la migliore soluzione per chi deve realizzare il sito del proprio ristorante, ma per realizzare siti in senso generico qui a Roma, siamo solo una delle prime 10 agenzie migliori.
Torniamo al secchio.
Tradotto nell’esempio, il nostro secchio è pieno per la realizzazione siti per ristoranti (quindi siamo i più autorevoli), ma per realizzazione siti web Roma c’è chi ha il secchio più pieno di noi.
Bisogna darsi da fare a portare le tazzine da svuotarci dentro se si vuole primeggiare.
Come si riempie il secchio più in fretta?
È ovvio che se si vuole competere su Google, questo secchio dobbiamo riempirlo come e più dei nostri concorrenti. I segnali da utilizzare sono molti ma ora stiamo parlando di link ed è su questi che ci concentreremo. Sia sui link esterni che su quelli interni.
Per continuare nell’esempio, ogni tazzina da caffè contiene del “succo”. Questo succo non è altro che l’autorevolezza che ci da il link per un determinato argomento.
Se il sito di un nutrizionista su una pagina parla di come riconoscere le intolleranze alimentari, più saranno i siti che linkeranno quell’articolo, più Google penserà che lui sia autorevole per quell’argomento.
Obiettivo della link building dunque è rendere autorevoli (agli occhi di Google) i siti per gli argomenti trattati.
Questa tecnica è così efficace, e quindi utilizzata dagli specialisti SEO di tutto il mondo, al punto che esiste un fiorente mercato di compravendita dei link.
Noi, come agenzia SEO, più che la link building consigliamo la link earning, ovvero l’acquisizione dei link attraverso la scrittura di contenuti di ottima qualità da offrire a siti specializzati.
Nota a margine: se deciderete di fare link building, fate molta attenzione alla scelta dei siti da cui avrete l’opportunità di ricevere i link. Sbagliare può arrivare a significare un ban dalle classifiche di ricerca di Google.
Link interni? Si grazie!
Così come i link provenienti da altri siti possono costituire segnali di autorevolezza per Google, anche i link tra le pagine (intern) del proprio sito possono aiutare in maniera efficace a posizionarsi sui motori di ricerca.
A cosa servono i link interni? Fondamentalmente si utilizzano per approfondire un aspetto dell’argomento trattato genericamente su una pagina.
I link interni hanno queste funzioni:
- Semplificano la navigazione tra le pagine
- Aiutano gli spider dei motori di ricerca a identificare le pagine più importanti del tuo sito web
- Aiutano a stabilire la struttura del sito
- Aiutano ad aumentare il tempo di permanenza dei visitatori sul sito
Ad esempio, prima ti ho parlato della figura dello specialista SEO. Per approfondire questa figura potresti cliccare QUI. Il link che ho appena messo ti porterà su una pagina che spiega cos’è e cosa fa uno specialista SEO. Chiaro?
Ma un sistema ben progettato di link interni può aiutarti a migliorare il posizionamento su Google del tuo sito. Come? Te lo spiego subito.
Immaginiamo di essere titolari di uno studio medico specializzato in ortopedia. E immaginiamo anche che ci interessa attrarre pazienti che hanno problemi alle ginocchia. Quello che dovremmo fare è creare una pagina in cui parliamo approfonditamente dei problemi che possono colpire le ginocchia e di come in molti casi l’innesto di una protesi possa miglioragli la qualità della vita.
Chiameremo questa pagina “pillar”, o per dirla come un noto plugin WordPress per la SEO, “cornerstone”.
Dopodiché, diventa necessario linkare questa pagina da altre pagine del sito stesso che potrebbero essere scritte utilizzando il cluster di keywords riguardanti le patologie alle ginocchia.
In questa maniera non facciamo altro che dire a Google che:
- siamo specializzati nel curare le ginocchia
- siamo bravissimi nell’intervento di innesto delle protesi alle ginocchia.
Ovviamente è un esempio scevro da molte sfumature che accompagnano questo genere di attività, ma rende bene l’idea.
E non finisce qui…
I segnali degli utenti
Il buon Google considera come segnale, anche il comportamento degli utenti sul sito: entrano e poi escono subito per fare alte ricerche, oppure si soffermano sul sito e ci stanno parecchio tempo?
La differenza è evidente.
Un utente che entra sul sito e ne esce subito in pochi secondi perché non ha trovato la soluzione, manda a Google un segnale negativo. Quel sito non ha soddisfatto l’intenzione di ricerca dell’utente, quindi per quell’intenzione di ricerca quel sito non è buono da mostrare in cima alla classifica.
Un utente che entra sul sito, ci si sofferma per leggere e naviga altre pagine per approfondire, da a Google il segnale opposto.
Ed è qui che entrano in gioco i link interni. Se proponiamo contenuti interessanti, all’interno dei quali proponiamo approfondimenti (link interni) che portano a contenuti altrettanto interessanti (e soprattutto in gradi di soddisfare l’intenzione di ricerca del visitatore), aumenteremo quello che tecnicamente si chiama “tempo di permanenza sul sito” e abbatteremo la “frequenza di rimbalzo” (l’entrare e uscire dal sito in pochi secondi).
Come potete dedurre, fare SEO non è affatto un’attività facile e alla portata di tutti gli smanettoni. Serve esperienza, competenza e padronanza, nonché il saper leggere i report analitici. E sin qui, abbiamo parlato solo di link… Certo è che mai si inizia e mai si impara. Il consiglio è quello di iniziare affiancati da un esperto SEO che possa insegnare grazie alla sua esperienza.